Italo Zingoni – Poeta
Recensione “ATTIMI il puzzle della vita”
Non è facile leggere un libro di poesie e sentirsi coinvolti fin dall’inizio, avere
voglia di procedere nella lettura per scoprire ciò che ci “darà” nella pagina successiva chi scrive.
Questo accade “aprendo” invece il libro di Antonella, che ha, al contrario di
altri, la determinazione necessaria per aprire il cuore con le parole e anche la
dote di esprimere con umiltà la propria convinzione di “non essere” una scrittrice.
Ma il “saper” dosare le parole e farne poesia sono invece il segno di una propensione per la scrittura
che non può non essere dentro a chi sente il “bisogno”
più che il desiderio, di scrivere.
Senza andare a ricercare confronti o richiami alle grandi poetesse del passato, sento
la necessità di “definire” Antonella una poetessa della “Vita” e dell’ Amore che
per essa si può avere (e si deve avere ) sempre ma soprattutto dopo che in essa si
sono affrontate esperienze di dolore e di paura del “distacco” dalle persone e dalle
cose che più ci sono care.
Concentro la mia attenzione sulla parte centrale, quella in cui, seppure in poche
Poesie, la sensazione di cui sopra parlo, si rileva in modo assoluto e tangibile al
punto di doversi fermare per riflettere.
E siccome ritengo che questo sia il compito più alto e più arduo della “poesia”, non
posso non concedere e non riconoscere ad Antonella il pieno titolo di poetessa e
quindi di scrittrice.
Disfati di lei / gelida, vacua/ seguita il cammino/con femminea dignità,
/anche se lamenti/ il vuoto dentro …
Così ne “La chiave del cuore” … si legge il desiderio di non “venire schiacciati” e di
non lasciarsi schiacciare, nonostante tutto !
E poi il “grido” e la “speranza” che già è una certezza:
Salvarsi, salvare/ dalla vendetta della natura/ al nostro continuo ferirla.
Domani tornerà il sole/ e noi umani, senza comprendere/ tra fango e morte ci rialzeremo.
E come non citare questi stupendi versi di “Orme nell’ ombra”:
Alita fievole, vento/non offuscarmi i palpiti/voglio goderne oltre /
prima che la mia diletta luna/ porga la mano all’aurora.
Fino giungere al culmine di un dolore profondo, fatto di solitudine e assenza:
Una foglia fluttua /senza fretta/ giungendo il suo destino,
come te/ che quietamente/ stracci giorni da un muto calendario.
… e alla sfida alla “Morte” – Angelo nero – che è sempre in agguato:
A smisurate gocce di pianto/mi hai umiliata,/ma in quella sfida che supponevi palese
hai incrociato una dignitosa avversaria/che sfinendosi,/ti ha osteggiata e annullata.
Morte, / tu riapparirai un giorno / -ne sono certa- / chissà, se ti concederò il trionfo.
Cosa si può chiedere, in effetti, alla poesia, se non di “emozionare” con le parole
e di farci sentire partecipi del “mondo di chi scrive”… soprattutto quando chi
scrive ha in sé questo amore profondo per la vita con tutte le sue sfaccettature,
ma pur sempre degna di essere vissuta oltre ogni misura e contro ogni avversità.
Ad Antonella direi di non cedere mai alla speranza e di trovare sempre la forza
che ci tiene “attaccati alla vita” e a quel desiderio in più, che non tutti hanno, di
farsi partecipe e di far partecipi gli altri dei propri sentimenti e delle proprie sensazioni… in poesia !
Italo Zingoni
Italo si dimostra un animo sensibile come sempre davanti a certe problematiche che,a ben guardare,sono di tutti ma noi viviamo nell’assoluta indifferenza…Laforza espressiva ed evocativa,dirimente di Antonella e messa ben in luce…Complimenti ad entrambi
Enrico Marco Cipollini
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è,scusate la mia pessima confidenza con la digitazione
Enrico Marco Cipollini
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Vero, si tende a vivere nell’indifferenza, ma per fortuna esistono anche belle persone come voi.
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